domenica 9 marzo 2014

L'altra faccia della medaglia

E ad un certo punto sei stanco... Stanco di vedere sempre gente nuova, di immaginarti con un nuovo amante, di proiettanti in un'altra vita... Ad un certo punto vuoi solo semplicità, semplicità di comunicazione (uno sguardo è quanto basta), semplicità di azione (dai un bacio al tuo lui e la notte si dipinge in fronte a te).  Ma ti rendi conto che tutto ciò nn é possibile, perché le persone che sono intorno a te sono tutte estranee, perché nn c'è nessuno di cui ti fidi, perché sai che tornerai a casa da sola. Fuck, fuck, e ancora fuck. È questo quello che vuoi? No, no, e ancora no. Ma questo è il prezzo che devi pagare. Il prezzo per peter vivere in questa città. Il prezzo per vivere il tuo sogno. Fa male. Fa molto male alle volte. Tanto, ma tanto male. 

Vostra non-è-tutto-oro-quello-che-luccica-chiara

sabato 16 marzo 2013

Sin city

Las Vegas, Sin city, città di totale perdizione. Perché i casino aprono alle 11 di mattina, perché mentre giochi ti portano da bere a gratis, perché ti vendono frozen cocktail come fossero succhi di frutta in accattivanti e giganteschi bicchieri inclusi nel prezzo, che puoi portare a casa come souvenir. Senza che neanche te ne accorgi ti trovi ad essere pompato, euforizzante e pronto a spendere l'inverosimile. Le luci ti abbagliano, la musica ti gasa, i profumi ti assuefanno. Ti vien da chiederti spesso "sogno o son desto?". Il senso di perdizione totale è una costante che ti accompagna e ti lascia solo sulla via del ritorno.
Tutto brilla e luccica a Las Vegas... Dentro ai casino non c'è luce naturale ed è un mix di luci colorate e fluorescenti, luci ad intermittenza, scritte al neon. Fuori dai casino ci sono i vestiti delle persone: saranno le luci della ribalta, saranno le mille luci degli alberghi/casino, ma la turista donna di Las Vegas, di ogni razza e ogni status sociale, sente il dovere di sfoggiare quante più paillette e lustrini ha nel guardaroba.
Sto ancora cercando di capire cosa mi ha lasciato Vegas... Abbaglio... Stordimento... Rapimento... Di sicuro la voglia di tornarci perché la sensazione di trovarsi in un mondo parallelo dove tutto può accadere e comunque sia "What happens in Vegas, stays in Vegas (quel che succede a Las Vegas, rimane a Las Vegas)", è una sensazione unica e irripetibile altrove. E di solito è quello che si cerca da una vacanza.

Vostra io-non-ho-giocato-alla-roulette-perché-tanto-avrei-perso-e-basta
Chiara

domenica 17 febbraio 2013

Ironia della sorte

Venerdì sera, cena in casa con alcuni amici per festeggiare in maniera ironica San Valentino. Viene anche Bojana che non vedo da prima di natale: "passo, ma sto poco perché ho un appuntamento al buio".
La serata inizia con Valentina che arriva in anticipo per aiutarmi e iniziamo i gossip per-post Valentine's day - abbastanza scarni a dir il vero visto che entrambe siamo single. Sulle 8 cominciano ad arrivare gli ospiti e i cuochi improvvisati ai fornelli cominciano ad aumentare. Risate a profusione e gag a non finire. Come dicevo eravamo tutti cuochi improvvisati.
Sulle 9 arriva Bojana e io non sto nella pelle di sapere del suo appuntamento, ma sono ancora troppo indaffarata ai fornelli e ci limitiamo ai saluti e poco altro. Passa un'oretta e Bojana mi dice: "si è fatta ora di andare al mio appuntamento". Mi prendo allora il tempo di dedicarle attenzioni e mi faccio raccontare del suo appuntamento. "È un ragazzo che mi ha contattato su OkCupid (per gli amici italiani è un sito di appuntamenti on line) - non è proprio il mio tipo, ma mi ha incuriosito: è un musicista, ha grandi tatuaggi sulle braccia, alto ed è francese" "aspetta un attimo... come si chiama?" "Laurent" "Oh my god!!!!! Ci sono uscita anch'io un mese fa!!!!!". Abbiamo poi controllato le foto sul sito ed era proprio lo stesso ragazzo. Ora, quante probabilità ci sono ci uscire casualmente con la stessa persona trovata su un sito con 1 milione di iscritti? No comment.

Vostra lo-sapevo-che-i-siti-per-incontri-non-facevano-per-me
Chiara

giovedì 10 gennaio 2013

Cena con libro

Accade a NY che una ragazza incontra un professore. E accade a NY che il professore presenta il suo ultimo libro alla scuola di cucina di Eataly. E accade a NY che la ragazza viene invitata dal professore all'evento.

Il menu della serata prevedeva:
Flan di cavolfiore
Risotto alla milanese
Arista alla fiorentina
Zabaione

Il tutto accompagnato da:
Franciacorta
Malvasia
Morellino di Scansano
Moscato d'Asti

Una serata all'insegna della buona cucina (con tanto di lezioni sulla preparazione dei piatti), del buon vino (con tanto di spiegazione del sommelier sulle origini e caratteristiche del vino) e delle belle letture (con tanto di autore che commentava, illustrava e firmava libri).
Grazie Massimo Montanari!

Vostra sarà-mica-che-ora-divento-una-giornalista-enogastrononica-?-chissà



lunedì 10 dicembre 2012

Flash mob

Durante tutta la mia adolescenza, quando vedevo film girati a NY non facevo altro che fantasticare su come sarebbe stata la mia vita se dovevo fare la spesa al Deli sotto casa o se dovevo incontrare un'amica a Central Park, eccetera eccetera. Ora invece che posso finalmente godermi tutto questo, quello che mi viene in automatico è cercare di riconoscere i posti e guardare con occhio critico di chi vive veramente la città, se quello che fanno vedere nel film è reale/realistico o solo inventato per questioni di copione.
L'altra sera guardavo "Friends with benefit"con Justin Timberlake, e sia all'inizio che alla fine del film i 2 protagonisti si trovano in mezzo ad un flash mob dance (gruppo di persone che dal nulla e apparentemente senza motivo si mettono a ballare). Lì per lì non ho veramente colto e non mi sono persa troppo a pensare al loro realismo, ma la sera dopo mi sono detta "aspetta in momento, se li hanno menzionati/girati nel film, vedrai che ci sono anche nella realtà". E così ho googleato "flash mob America" e ho trovato questo meraviglioso sito un cui non solo c'erano i video dei passati flash mob, ma c'erano anche le indicazione per il successivo a NY!!!!
Vuoi che mi facessi scappare l'occasione di essere parte di un flash mob per una proposta di matrimonio??? Giammai!!!!
E così, alle 23:30 di un giovedì sera qualunque, mi sono messa ad imparare la coreografia del flash mob, con le cuffie per non disturbare chi voleva dormire, con il mio coinquilino che mi guardava come se fosso pazza.
Abbiamo fatto 2 prove, il venerdì sera e il sabato ora di pranzo. Alla seconda prova ci hanno comunicato il luogo della performance e ci hanno spiegato qualche regola base come ad esempio "fate finta di essere lì per caso". La coreografia apparentemente lunga e complessa, era in realtà facile soprattutto dopo che mi sono fatta entrare nel corpo la musica e il ritmo.
All'apice della mia pazzia, mentre ballavo di fronte al mio computer, quel famoso giovedì sera, ho pensato che non potevo non condividere quell'impresa e ho quindi scritto alle mie amiche più care qui a NY. Ho così rimediato incitamento da Ilaria (go baby, go!!!), approvazione e condivisione da Miki (si è unita all'impresa), interrogazione da Vale (scusa, ma che è questo flash mob?). Adorabili tutte e 3.
Morale della favola la performance è andata molto bene, la proposta di matrimonio è riuscita e la risposta è stata "YES!!!!".
Personalmente è stata un'esperienza sensazionale: nel giro di poche ore facevo parte di un "gruppo di ballo" (ok, improvvisato e di non professionisti, ma pur sempre di ballo), con prove, entrate in scena sfalsate e quant'altro; quello che facevo mi divertiva, stimolava e rendeva felice solo a pensarci; ero emozionata come fossi una bimba al suo primo saggio di danza. E ad aggiungere maggiore valore al tutto, ballavamo per l'occasione speciale di qualcuno.
Chi l'ha detto che serve molto per essere felice? A me basta un flash mob :).

Vostra chiara-a-ritmo-di-musica

domenica 4 novembre 2012

Sandy porta consiglio

Dopo un esilio forzato di una settimana sono finalmente tornata a casa mia. Non ho ancora riscaldamento, tv e nemmeno internet, ma almeno la luce c'è. Stare lontani dalle proprie cose, dalla propria routine e dalle proprie sicurezze destabilizza assai. Ma soprattutto ti porta a riflettere e a fare bilanci.
Ed ecco le conclusioni a cui sono giunta:
1- in situazioni difficili bisogna sempre sperare per il meglio, ma tocca essere pronti ad affrontare il peggio;
2- se c'è qualcosa che ti fa davvero arrabbiare, piangi, disperati, urla se credi, ma poi fattelo passare in fretta perché non si sa mai quanto tempo ti resta per essere felice;
3- vorrei davvero non dover più condividere casa con nessuno - più si invecchia più di diventa pignoli e si vorrebbero le cose solo a modo nostro;
4- vorrei che il mio modo di vivere la casa rispecchiasse il mio grado di maturità - quindi vietato vivere come se fossi ancora all'università;
5- bisogna veramente prendersi cura di se stessi in primis, perché se ti aiuti qualcun altro potrà aiutarti e puoi eventualmente essere di aiuto ad altri.

Altre mille riflessioni e pensieri hanno affollato la mia testolina, ma erano davvero troppi e spesso confusi per poterli riportare.
E poi sì, certo, nulla di quello che ho scritto sopra è materia nuova per me o per voi, è solo che in circostanze di calamità naturali tutto acquista un sapore diverso e le frasi fatte diventano realtà.

Un abbraccio al sapore di Sandy amici cari

Vostra vostra vostra
Chiara

martedì 30 ottobre 2012

Sandy, oh Sandy!

E ci risiamo: un altro uragano. Meno allarmismo questa volta, ma stesse precauzioni: metro chiusa con largo anticipo, treni bloccati, comunicati stampa che invitavano a fare scorte e a stare in casa. Ebbene, Sandy era molto più arrabbiata di Irene e ha lasciato evidenti tracce del suo passaggio. Io sono stata previdente e mi sono spostata a casa di amiche che stanno a Brooklyn, in una zona relativamente lontano da oceano, fiumi e parchi. Non per niente casa mia ricade in zona A, ovvero zona ad alto rischio di danneggiamento ed era stata consigliata l'evacuazione. Perché rischiare dunque? Beh, qualcuno ha rischiato: il mio coinquilino. Testardo come un mulo nel pensare che non era nulla di che, se ne è rimasto a casa e faceva pure lo spiritoso mandandomi messaggi dicendo che il mio letto era volato fuori dalla finestra. So per certo che la zona è senza "power" da ieri sera, il che significa che non solo non c'è luce, ma non ci sono nemmeno gas e acqua calda. Ho provato a chiamarlo ripetute volte (più per accertarmi delle condizioni della casa che altro a dir il vero) ma non ho ricevuto risposta... Sono sicura che è tutto a posto e che probabilmente aveva il telefono scarico già ieri e ora non riesce a ricaricarlo (tipico da lui), ma chissà... Forse Sandy ha portato via anche lui insieme al mio letto.

Vostra sopravvissuta-anche-a-questo-uragano
Chiara

Ps qualcuna sa dirmi in base a cosa danno i nomi agli uragani?